Gli annali Istat

Il più antico periodico di statistica ancora pubblicato. Gli annali raccolgono interventi di vari argomenti sin dal 1871, consentendo di ricostruire la storia della statistica ufficiale e di conoscere i profili scientifici e umani di molti di coloro che l’hanno fondata e fatta crescere. In essa sono raccolti relazioni, atti di seminari e convegni, riflessioni istituzionali e internazionali, resoconti di commissioni, saggi, analisi statistiche, che offrono un quadro dell’evoluzione del paese dai primi decenni di costruzione della Nazione fino ai giorni nostri, passando attraverso periodi di crisi, eventi bellici, fasi di ricostruzione, con uno sguardo attento alla storia, alla scienza, ma anche al vivere quotidiano. Negli anni si sono succedute le serie che cambiano con il susseguirsi delle presidenze.

Biblioteca Digitale ISTAT | Annali di statistica

Serie 1 vol. 6 (1875) – 88 (1877)

Serie 2 vol. 1 (1878) – 26 (1881)

Serie 3 vol. 1 (1882) – 16 (1885)

Serie 4 vol. 1 (1884) – 111 (1910)

Serie 5 vol. 1 (1912) – 11 (1925)

Serie 6 vol. 1 (1931) – 38 (1937)

Serie 7 vol. 1 (1937) – 7 (1943)

Serie 8 vol. 1 (1947) – 30 (1980)

Serie 9 vol. 1 (1981) – 10 (1991)

Serie 10 vol. 1 (1993) – vol. 22 (2000)

Serie 11 vol. 1 (2003) – 2 (2009)

Serie 12 vol. 1 (2010) – 2 (2012)

Serie 13 vol. 1 (2018) –

Articolazione dell’Archivio storico Istat

Archivio Centrale

La documentazione conservata all’interno dei fascicoli dell’Archivio centrale è compresa in un arco di tempo che va dal 1910 fino al 2002.

La strutturazione in serie e sottoserie ha ricostruito l’originale raggruppamento delle carte disciplinato dal titolario istituito dall’ordine di servizio n. 5 del 12 gennaio nel 1956.

Esso disponeva che l’archivio centrale funzionasse ” alle immediate dipendenze dell’Ufficio Affari generali; le pratiche da conservare nell’archivio stesso dovranno essere contrassegnate dall’apposita sigla AC, che sarà apposta dal capo dell’Ufficio Affari generali secondo le direttive che gli saranno di volta in volta impartite. In linea di massima dovranno essere conservati e contrassegnati con tale sigla gli atti concernenti i provvedimenti legislativi sull’ordinamento dell’Istituto e dei servizi statistici, le relazioni con altre pubbliche amministrazioni, la fornitura di dati statistici all’estero, i congressi, le conferenze e le commissioni di studio nazionali ed internazionali, nonché gli atti e i documenti concernenti i censimenti e le nuove rilevazioni correnti, ivi compreso il modularne e in generale quanto può avere interesse ai fini della storia dello sviluppo e dell’ordinamento statistico nazionale.
La collocazione delle pratiche nell’archivio, cioè la posizione archivistica delle pratiche stesse, è individuata dalla prima coppia di cifre della classificazione, la quale, come si è detto, designa la materia. Per ogni singola materia vengono formati fascicoli, inserti e simili, disposti per ente in base alla seconda coppia di cifre della classificazione ed i particolari enti compresi in ciascun gruppo sono disposti in ordine alfabetico per ente.”

L’organizzazione delle carte, secondo la prima coppia di cifre, era stata rispettata, mentre più raramente si rilevava l’attribuzione dell’ente indicata dalla seconda coppia di cifre.
Inoltre, ogni cartellina conteneva un numero molto variabile di sottofascicoli. Dovendo stabilire un livello di analiticità nella descrizione di questa sezione, è stato deciso di effettuare la schedatura della cartellina riportando il titolo apposto sull’etichetta o, quando mancante, attribuendone un nuovo desunto dal suo contenuto.

Archivi locali

Dall’ordine di servizio n. 5 del 12 gennaio nel 1956, gli archivi locali hanno la funzione di conservare, “…normalmente per un tempo limitato, pratiche di interesse particolare per i vari servizi”.

Per gli Archivi locali, talvolta le serie si identificano con la denominazione dei singoli uffici produttori. Data la frequenza con cui gli uffici hanno mutato denominazione, a volte conservando o variando le funzioni svolte, esaurendo la loro funzione e soppressi o fusi insieme con altri uffici, si è scelto di adottare la denominazione più recente attestata dalle carte.
La descrizione della documentazione è avvenuta secondo la tipologia e la modalità di conservazione del materiale esaminato, limitandosi, ove ciò è stato ritenuto sufficiente, alla descrizione del faldone, e scendendo ad un livello più analitico (vale a dire al fascicolo) quando necessario.

Nella ricostituzione delle serie sono state riscontrate spesso molte lacune: è ipotizzabile che parte della documentazione sia andata dispersa nel corso dei numerosi trasferimenti.

Nel riordinare i documenti di un singolo ufficio o servizio giunti in archivio in seguito a versamenti avvenuti in tempi successivi, generalmente si è preferito procedere disponendo i fascicoli o i faldoni in ordine strettamente cronologico; in altri casi le serie sono state organizzate in sottoserie, riunendo così le carte secondo le materie trattate o l’attività svolta dall’ufficio.

In altri casi particolari, invece, la documentazione è stata organizzata mantenendola distinta per versamenti. Le diverse scelte sono state dettate da varie considerazioni: spesso la documentazione rinvenuta non presentava condizionamento esterno che potesse aiutare nel recupero dell’ordinamento originario, e la classificazione sulle carte era spesso sporadica o assente; sono molte le lacune cronologiche presenti nelle serie documentarie infatti dato il carattere per la maggior parte di estrema contingenza delle carte conservate negli archivi locali non sono da escludere dispersioni o distruzioni.

Ciò rende a volte difficile definire vere e proprie serie archivistiche i nuclei documentari rinvenuti: non a caso spesso in fase di riordinamento le carte degli archivi locali sono state organizzate in insiemi denominati “Varie”.

Sia nella sezione dell’archivio centrale, che in quella degli archivi locali sono presenti delle serie che non osservano nella disposizione dei fascicoli uno stretto ordine cronologico, ma conservano la sedimentazione in cui i diversi segmenti di documentazione sono giunti in archivio.

I versamenti più consistenti confluiti nell’Archivio storico dell’Istat sono stati quelli dell’ufficio Presidenza e del Servizio Ragioneria.

Il fondo locale Presidenza è costituito dalla sedimentazione documentaria dell’attività pratica, amministrativa e giuridica svolta dai Presidenti in carica, nell’espletamento delle loro funzioni istituzionali dal 1926 al 2004.

Data la consistenza del materiale documentario e al fine di mantenere la relazione originaria tra i documenti prodotti dai Presidenti in carica all’Istat, si è scelto di suddividere il fondo dell’Archivio locale della Presidenza in sub-fondi intitolati ai singoli Presidenti e di inserire tra questi anche i verbali del Consiglio Superiore di Statistica.

Allo stato attuale, l’unico complesso archivistico di cui è stato possibile ricostruire il titolario originario, è quello del Presidente Guido Maria Rey, che presenta sulle carte traccia del sistema di classificazione adottato dal suo ufficio.

Per quanto riguarda l’Archivio locale del Servizio Ragioneria il riordino è stato condotto cercando di rispecchiare l’attività sistematica di registrazione contabile degli atti dell’Istat aventi contenuto finanziario, economico e patrimoniale svolta dal Servizio, al fine di ricostruire l’ordine originario che l’archivio aveva nella fase attiva e le relazioni tra i documenti.
Il metodo prescelto ha dunque tenuto conto della complessità delle funzioni, della quantità del materiale rinvenuto e dei procedimenti messi in atto dai singoli uffici del Servizio.

Consulta le schede dei fondi nell’ Archivio Storico Multimediale Istat

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